Bentornati lettori, quest’oggi ho ripreso in mano la gestione del blog. Direi finalmente, in quanto sono passate ben due settimane senza connessione internet, in attesa che venisse allacciata la nuova rete. Questo per dirvi che non sono sparita, anzi il mese di dicembre si prospetta ricco ricco di meraviglie.
Il libro del quale voglio parlarvi oggi è “Il gioco dell’angelo” di Carlos Ruiz Zafón.
IL GIOCO DELL'ANGELO (El juego del ángel) | CARLOS RUIZ ZAFON | IL CIMITERO DEI LIBRI DIMENTICATI #2 | MYSTERY | 676 PP | MONDADORI | OTTOBRE 2008
Nella tumultuosa Barcellona degli anni Venti, il giovane David Martín cova un sogno, inconfessabile quanto universale: diventare uno scrittore. Quando la sorte inaspettatamente gli offre l'occasione di pubblicare un suo racconto, il successo comincia infine ad arridergli. È proprio da quel momento tuttavia che la sua vita inizierà a porgli interrogativi ai quali non ha immediata risposta, esponendolo come mai prima di allora a imprevedibili azzardi e travolgenti passioni, crimini efferati e sentimenti assoluti, lungo le strade di una Barcellona ora familiare, più spesso sconosciuta e inquietante. Quando David si deciderà infine ad accettare la proposta di un misterioso editore - scrivere un'opera immane e rivoluzionaria, destinata a cambiare le sorti dell'umanità -, non si renderà conto che, al compimento di una simile impresa, ad attenderlo non ci saranno soltanto onore e gloria...
RECENSIONE
"Il Signor Sempere credeva che tutti facciamo parte di qualcosa, e che, lasciando questo mondo, i nostri ricordi e i nostri desideri non vanno perduti, ma diventano i ricordi e i desideri di chi prende il nostro posto."
Anche “Il gioco dell’angelo” è una rilettura, perché dopo aver adorato “L’ombra del vento”, divorai quasi tutti i romanzi dello scrittore nell’arco di uno o due anni. In modo particolare, lessi “Il gioco dell’angelo” dopo mesi da “L’ombra del vento” e mi parve meraviglioso, semplicemente spettacolare. Trovai “Il gioco dell’angelo ancora più bello de “L’ombra del vento”, tuttavia oggi devo correggermi perché non c’è uno più bello dell’altro ma solo uno che mi ha coinvolto di più dell’altro. Entrambi sono frutto di uno scrittore geniale che ha saputo scrivere storie di più personaggi ben intrecciate tra loro.
"Questo posto è un mistero. Un santuario. Ogni libro, ogni volume che vedi, ha un’anima. L’anima di chi lo ha scritto e di quelli che lo hanno letto e vissuto e sognato. Ogni volta che un libro cambia di mano, ogni volta che qualcuno fa scorrere lo sguardo sulle sue pagine, il suo spirito cresce e si rafforza. In questo posto i libri che nessuno più ricorda, i libri che si sono perduti nel tempo, vivono per sempre, in attesa di arrivare tra le mani di un nuovo lettore, di un nuovo spirito."
Se ne “L’ombra del vento” Daniel è immerso nella storia di Julian Carax, questa volta Il Cimitero dei Libri Dimenticati porta lo scrittore David Martin, protagonista de “Il gioco dell’angolo”, sulle tracce di D.M, scrittore di un testo di teologia Lux Aeterna, un libro oscuro, in cui sangue, demoni, mostri fanno la loro comparsa. E’ chiaro che quel libro è stato scritto da un uomo disperato, perso nell’oblio e nella tristezza, tuttavia quel libro sembra avere uno stretto legame con David, perché non solo lo scrittore ha le sue stesse inziali ma è l’uomo che ha abitato la sua casa, la casa della Torre, e che ha scritto quel libro con la sua Underwood. E’ così che pian piano si perdono i confini tra la storia di David e quella di Diego Marlasca, nonché D.M., intrecciate fino all’inverosimile. La vita di David e di Diego si uniscono in modo tale da non riuscire più a distinguere l’uno dall’altro e da cornice alla storia ci sono indagini e rivelazioni che pian piano lasciano senza fiato il lettore. Anche con questo romanzo lo scrittore dimostra maestria nell’articolare il tutto: ogni cosa al suo posto, ogni personaggio entra in azione al momento giusto.
"Tutto è racconto Martìn. Quello che crediamo, quello che conosciamo, quello che ricordiamo e perfino quello che sogniamo."
Non date mai nulla per scontato o tutto per veritiero, non vi sorprendete del fatto che Carlos Ruiz Zafón sia un maestro della dialettica, un maestro delle parole, perché con queste sa tessere storie complesse, intrecciate tra loro, e quando tutto sembra avere una risoluzione, finalmente si è vicini alla rivelazione dell’enigma, ecco che spuntano nuovi colpi di scena, nuovi misteri, nuovi segreti da svelare. La storia si ribalta, ed è incredibile, davvero.
«Non se la lasci scappare» disse Isabella. «La cerchi, dovunque sia, e le dica che l'ama, anche se è una bugia. A noi ragazze piace sentircelo dire.»
La lettura di questo romanzo potrà non affascinarvi fin dalle prime pagine, infatti tra i tre atti che compongono il libro, ho trovato il secondo il più bello, perché è quello in cui fa la sua comparsa Isabella, un’apprendista scrittrice, che farà d’assistente allo scrittore. Ascoltami bene: Isabella è la mamma di Daniel Sempere, protagonista de “L’ombra del vento”.
Ho apprezzato questo romanzo perché senza Isabella non ci sarebbe stata quell'ilarità e leggerezza nel romanzo che ho presto trovato con le sue parole. Non ci sarebbe stato quel pizzico di brio e quella speranza a che David potesse diventare un uomo migliore. Richiudersi nella sua torre, è questo che ha fatto per tutta la sua giovinezza, senza lottare per la donna della sua vita, senza ripagare il suo mentore con l’amicizia ma cedergli la sua felicità, la sua vita. Isabella è una ragazza forte, ha un parlantina da far paura, ha talento da vendere, ha cuore ed è anche bellissima. In alcune parti del libro ho pensato che senza di lei la storia non mi avrebbe avuto coinvolto così tanto presto come è successo. Ha dato una svolta piacevole alla storia, è stata quella luce e quella scintilla in mezzo al buio e questo ha fatto in modo che potessi solo affezionarmi alla protagonista.
"Ricordai che il vecchio libraio diceva sempre che i libri hanno un'anima, l'anima di chi li ha scritti e di chi li ha letti e sognati. Capii allora che fino all'ultimo istante aveva lottato per proteggermi, sacrificandosi per salvare quella carta e quell'inchiostro che riteneva custodi ella mia anima scritta."
Inutile dirvi quanto abbia appezzato il riferimento alla libreria Sempere e Figli, da generazioni la libreria è sempre un punto fermo per gli amanti dei libri.
"Entrai nella libreria e aspirai quel profumo di carta e magia che inspiegabilmente a nessuno era ancora venuto in mente di imbottigliare."
Un piccolo accenno va fatto a Vidal, che non ho saputo apprezzare perché dietro i suoi comportamenti ho trovato egoismo, e Cristina che, prigioniera della sua gratitudine per il signor Vidal, ha messo da parte i suoi veri sentimenti ed ha distrutto il suo cuore per sempre. Tuttavia ci sono delle seconde possibilità, grazie ad esse si può riparare agli errori o quantomeno non ricaderci più perché solo quando perdiamo le persone, conosciamo il vero valore di esse.
Il libro è davvero scorrevole, con una prosa brillante, la storia si legge tutta d’un fiato seppure si superano le cinquecento pagine. Non spaventatevi, se la storia vi catturerà sarà un gioco da bambini portarla a termina. Date una chance ad Isabella, ma soprattutto date un’occasione a David e lasciatevi condurre nella sua storia, che vi sembrerà incredibile, ma è tutto ciò che ha da dire.
Bene lettori, questo è tutto per oggi. Cosa pensate del romanzo? L'avete letto?Vi aspetto nei commenti.
Bacioni ♥
Ciao, Rosalba! Io ho amato davvero molto questo romanzo :) Forse un pochino di più de L'Ombra del vento :P E' una saga davvero bellissima che porterò sempre nel cuore :)
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