venerdì 4 maggio 2018

Il quaderno dei nomi perduti di Sofia Lundberg | 4° tappa BlogTour: il diario nella storia

Buongiorno lettori, oggi il blog ospita la quarta tappa del BlogTour dedicato a “Il quaderno dei nomi perduti”di Sofia Lunderg, edito da DeA Planeta.
La tappa di oggi s’intitola “il diario nella storia”, scopriamola assieme.
Quello che stringe la protagonista tra le sue braccia, la vediamo in copertina, è un quaderno, all’interno del quali associa ad un nome “perduto” una storia da raccontare al lettore, ma chi di noi ha un quaderno come quello della protagonista? Nessuno, credo! Ciò che quasi un po’ tutti hanno stretto tra le braccia in quel modo è sicuramente il proprio diario. 
Fin da piccina, io e mia sorella dedicavamo poche ore, prima di coricarci a letto, al nostro diario e in quello scrivevamo tutto ciò che avevamo fatto o avremmo voluto fare nella giornata appena trascorsa. Era una sorta di amico/amica con la quale raccontarsi e confidarsi, soprattutto. 
Tuttavia il nostro era un semplice diario in cui tener traccia della nostra infanzia e rileggerlo oggi mi strappa sempre un dolce sorriso.

Il termine diario deriva dal termine latino classico dies, che significa giorno, così si indica la peculiarità di questa narrazione, che è scandita dalla successione cronologica delle narrazioni. In passato, il diario altro non era che un mero registro dove si annatova qualcosa giorno per giorno, come la nostra attuale agenda. 
I primi diari si ebbero nelle zone maggiormente alfabetizzate di Firenze. Essi, col nome di “ricordanze”, ci permettono di ricostruire una serie di informazioni attieniti all’epoca, come i costumi e le tradizioni. 

A partire dall’Ottocento nacquero i primi diari di viaggio e di bordo. Solo successivamente nacquero i diari intimi e personali.
I diari di bordo sono quelli degli esploratori o dei capitani delle navi, nei quasi iniziarono a segnare i fatti accaduti presso le imbarcazioni o durante l’esplorazione di terre sconosciute. Accanto ad essi, vi sono anche i diari di viaggio, nei quali vengono raccontati i luoghi visitati.
Non dimentichiamo il diario di guerra, tenuto dai soldati e dai generali, nei quasi si registravano le attività per prender nota di informazioni unirli a migliorare la formazione e le tattiche militari e fornire un resoconto di quanto avveniva in guerra. Ci sono i diari medici come il diario dei sogni in psicoanalisi, nel quale va scritto ogni mattino al risveglio per appuntare paranoie ed insonnie.
Ma sicuramente il più diffuso è il diario personale, quello in cui il narratore racconta dei propri sentimenti, emozioni, Stati d’animo, esperienze e problemi  ad un amico immaginario. Dunque questa fattispecie di diario nasce perché il contenuto non sia condivisibile con nessuno. Il diario non nasce per essere pubblicato ma è un diario segreto.
Vedete, se guardiamo indietro scopriamo che il diario è una delle forme narrative più diffuse nel mondo ed alcuni di questi diari sono poi diventati opere letterarie a tutti gli effetti. A partire dal diario di Anne Frank, con il quale Anne racconta, quasi giorno per giorno, gli avvenimenti accaduti nell’alloggio segreto di Amsterdam, dove si nascondeva insieme alla sua famiglia per sfuggire alle persecuzioni naziste contro gli Ebrei durante la Seconda guerra mondiale, divenendo così una fonte storica che serve d'integrazione alle cronache.

Vi è il diario “Viaggio in Italia” di J. W. von Goethe, nel quale descrive i luoghi visitati e le sue sensazioni al riguardo. Il diario di Cristoforo Colombo sulla prima navigazione verso l’America.  Colombo annotava le tappe del viaggio, le peripezie affrontare, la vita a bordo delle caravelle e le sue impressioni. Fu proprio grazie a quelle pagine di diario che vennero ricostruiti i fatti attinenti alla scoperta dell’America. 

Il “De bello gallico” di Caio Giulio Cesare potremmo definirlo un diario in quanto l’autore prendeva appunti giorno per giorno della guerra in Gallia. In esso emerge la descrizione minuziosa delle campagne militari e degli usi e costumi delle tribù barbariche, con le quali Cesare venne a contatto. O ancora, tra i diari di guerra, vi è sicuramente il Diario del generale tedesco Erwin Rammel, nel quale racconta la famosa “campagna d’Africa” e ci permette di conoscere le tattiche e le tecniche di guerra ma anche la vita dei soldati al fronte e le relazioni complesse tra le truppe italiane e quelle tedesche. 
Ricordiamo anche “L’Allegria” di Giuseppe Ungaretti, che racconta della Prima guerra Mondiale con versi brevi e componimenti.

Questo fino ad arrivare ai giorni nostri in cui ci sono diari pensati per una pubblicazione futura, nella quale l’autore è un personaggio inventato e i fatti raccontati sono fatti di fantasia, i c.d. Diari di Invenzione. Vengono alla mente “Il diario di una schiappa” di Jeff Kinney, ma anche “Il giornalino di Gian Burrasca” di Luigi Bertelli.
Info tratte dal web.

Scandito non da giorni ma dai nomi, il quaderno dei nomi perduti vi racconterà storie emozionanti, da non perdere assolutamente. Leggete il libro con il nostro segnalibro stampabile, che trovate qui sotto.
Basterà cliccare proprio QUI per scaricare il file pdf da stampare. 


Bene lettori, per oggi è tutto. Avete seguito la precedenti tappe? Se non ancora, seguitele e continuate a leggere le prossime tappe. I blog che partecipano sono:
Il regno dei libri
I miei magici mondi
Romance e altri rimedi
Leggendo Romance
Il salotto del Gatto Libraio.
Un abbraccio,
Rosalba 💓 

2 commenti:

  1. che belle queste specifiche, avete fatto di certo una bella ricerca! il libro mi ispira sempre un sacco, davvero avvincente!
    Luigi Dinardo

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  2. Bellissima tappa, bellissimo post

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