mercoledì 22 gennaio 2020

Piccole donne di Louisa May Alcott | Recensione

Buongiorno lettori, finalmente riesco a pubblicare un nuovo post. Oggi parliamo di un libro classico, precisamente di Piccole donne (eng. Little Women) di Louisa May Alcott.

RECENSIONE 

Ho iniziato il duemilaventi con il desiderio che passa lasciare il segno, in senso positivo. Ho messo su, con tanta buona volontà, una lista di propositi e tra questi c’è quello di leggere più libri classici. Credo che ogni lettore debba maturare, e seppure i libri del proprio genere preferito saranno quelli da cui tornare nei momenti più difficili, sono, invece, i libri che abbiamo ignorato per tanto tempo quelli che, inevitabilmente, possono farci crescere. D’altronde è quello che accade quando si esce dalla propria comfort zone. Mettersi in gioco, sfidare le proprie paure è il primo e fondamentale passo per lavorare su noi stessi e crescere. 

Piccole donne è stato, dunque, il primo romanzo classico, quello con cui ho voluto dare inizio al mio proposito. Sono stata un po’ spaventata, lo ammetto, per l’approccio a questo nuovo genere. 
Ammetto che noi lettori di libri contemporanei siamo abituati ad uno stile di scrittura che è nettamente differente da quello impiegato nei libri classici. Dunque, ad un primo approccio, lo stile di un libro classico può sembrare più lento, meno fluido. Questa nota l’ho avvertita subito dopo aver preso tra le mani il romanzo. 

Tuttavia, leggere Piccole donne, dopo il primo imbarazzo che si prova quando si ha difronte qualcosa di nuovo, è stato più che piacevole. Complice anche il fatto che ad entusiasmarmi sono state le protagoniste, in modo particolare Jo, piuttosto che la storia della quotidianità della famiglia March.

Ho adorato particolarmente Jo, perché è un animo libero, lungimirante, coraggioso e molto forte. È una donna che intende stravolgere le vecchie concezioni, il mondo così come era percepito in quell’epoca. Il suo atteggiamento, che si sarebbe potuto definire poco consono alle ragazze di quel tempo, è più che attuale ai giorni nostri e, forse, è proprio questo che mi porta ad apprezzare non poco il suo personaggio. 

Invece, passa in secondo piano Meg, la sorella più grande ma al contempo con le maniere e la dolcezza che si addicevano ad una fanciulla della sua epoca. Meg é la tipica ragazza dolce, mansueta, quella alla quale le si colorano le guance se le si racconta qualcosa di imbarazzante. E poi è così buona e pacifica.

Spenderei altrettante belle parole per Beth, che mi ha conquistato per la sua dolcezza e per la sua passione per la musica, facendone una ragione di vita. È una ragazza appassionata.

Amy, invece, è colei che ho odiato pagina dopo pagina. Ho avvertito fin da subito che Amy sarebbe stato un personaggio difficile da comprendere perché la superficialità che la connota mi é estranea. Per tanti versi ho cercato di imputare il suo carattere alla sua giovane età, ma mi rendo conto che ciò non ha sortito l’effetto sperato, perché in ogni caso, Amy resta la piccola donna March che non mi piace e non piacerà.

Piccole donne non ha bisogno di ulteriori presentazioni e precisazioni, ma posso dirmi assolutamente soddisfatta di questa lettura. Mi é piaciuto così tanto da affezionarmi effettivamente alle mie beniamine e a non volerle lasciare andare. Infatti mi sono ripromessa di continuare le loro avventure con Piccole donne crescono.

Ulteriori parole riguardo Piccole donne sarebbero superflue, ma c’è solo un’ultima cosa, prima di congedarvi, che voglio esprimere e condividere con voi: Piccole donne mi ha resistituito quel ritmo lento, piacevole e sereno di quei tempi. Le giornate delle donne March erano ricche di lavoro ma non mancava giorno in cui non si dedicassero alle loro passioni e alla rispettiva compagnia, cosa che, invece, al giorno d’oggi risulta una rarità, per quanto le giornate si sussuono freneticamente una dopo l’altra. 

PICCOLE DONNE #1 DI LOUISA MAY ALCOTT 



Durante la guerra di secessione americana il pastore March parte volontario come cappellano lasciando a casa la moglie, che lavora nella Società per l’Assistenza Soldati, e le sue quattro figlie: Meg, Joe, Beth ed Amy. Le sorelle March si trovano ad affrontare le mille difficoltà della vita quotidiana, resa ancor più difficile dalla guerra. Meg e Jo, le più grandi, aiutano la famiglia con il loro lavoro; Meg, la maggiore delle quattro, lavora come istitutrice presso la ricchissima famiglia King, mentre Jo fa la dama di compagnia per l’anziana e insopportabile zia March. Le sorelle minori invece, Beth ed Amy, vanno ancora a scuola. Le quattro sorelle si mostrano sempre molto unite e affiatate nonostante i loro caratteri così diversi. Meg è la più pacata, sogna il matrimonio e dei figli. Jo invece è la più vivace, si comporta come un maschiaccio e sogna di diventare scrittrice; Beth ha la passione per la musica e suona il piano, mentre Amy ama dipingere. Le quattro sorelle trascorrono le loro giornate insieme a Laurie, nipote del ricco vicino di casa, allietate dalle sporadiche notizie che dal fronte arrivano sul loro padre. Quest’ultimo, però, verrà ferito e la madre partirà per assisterlo; anche Beth si ammalerà di scarlattina, ma nonostante le sfide del destino le sorelle restano sempre unite e un lieto fine le attende con il ritorno del padre dal fronte e il fidanzamento di Meg con John Brooke, precettore di Laurie.

Bene lettori, cosa pensate del romanzo? L’avete letto? Lo leggerete? 
Vi aspetto nei commenti.
Baci, 
Rosalba 

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