venerdì 20 marzo 2020

Due chiacchiere al tempo del coronavirus

Buon pomeriggio lettori, oggi è il mio dodicesimo giorno di #iorestoacasa, di seguito le direttive previste dal DPCM dell’8 marzo 2020, per fronteggiare l’emergenza che sta affliggendo il nostro paese, chiamato Coronavirus. 
Ho pensato di fare uso prezioso del tempo da trascorrere in casa così da riprendere e dedicare maggior spazio al blog, che a prima vista, prima del presente articolo, mi sembrava troppo immacolato e anacronistico. Perciò un post come quello di oggi è necessario.
Non voglio soffermarmi su cause, effetti, motivi, e numeri, bensì voglio raccontarvi il mio pensiero e condividere con voi una parte delle mie giornate in casa. In questo modo, spero che ci sentiremo più vicini e simili, per un certo verso.

AL TEMPO DEL CORONAVIRUS...CARI LETTORI,

questo articolo si rileva sempre più difficile da scrivere, perché mettere ordine ai miei pensieri è molto complesso. 
Come vi ho già detto, non voglio soffermarmi sui dati o su tutto ciò che si potrebbe reperire online, perché se siete qui sul mio blog, a leggere questo articolo, è perché cercate un taglio personale alla vicenda, il mio. 

Sono una persona molto incline a seguire le regole. Non che talvolta non le infranga, ma diciamolo, ci sono regole e regole ed è bene comprendere quali si possono infrangere e quali no. A sostegno di ciò, vi è il mio percorso di studi, ancora in cantiere, improntato sulle legge, che, giusta o sbagliata, bisogna rispettare. Dunque, avendo preso atto della mia indole, vi dirò che ho sentito molta responsabilità sulle mie scelte comportamentali una volta entrato in vigore il DPCM e, per questo motivo, ho cercato di fare del mio meglio restando in casa e invitando chiunque a restare a casa o ad uscire, ove strettamente necessario, con le dovute precauzioni. 

Il motivo è semplice, stare a casa ed evitare contatti diretti con le altre persone è una regola comportamentale che ci viene imposta da un’autorita e noi cittadini siamo tenuti a rispettarla, perché è per il nostro bene, per la nostra salute, ma soprattutto per quella degli altri, per quella di chi amiamo
Siamo preoccupati, abbiamo paura e facciamo bene ad averne perché siamo in guerra e il nostro è un nemico invisibile, il peggior nemico da sconfiggere. Perciò, a tutti colori che hanno preso sottogamba la questione e che si ostinano a pensare che sia una banale influenza, non mortale, vi dico che non è così. E non lo dico da professionista, perché non ho alcuna qualifica in merito, lo dico da mera spettatrice del notiziario, che mi lascia sempre in un mare di tristezza e di angoscia. 

Ho cercato di fermare la ricezione delle notizie per un paio di giorni, per prendermi cura dapprima di me stessa e della mia serenità, ma non ci sono ancora riuscita, perché pur non volendo, il mio cervello riflette e riflette, riflette ancora. Mi domando come sia possible che al mondo ci sia chi riflette troppo, come me, e chi non riflette affatto. Perciò prima di uscire di casa, di non indossare le precauzioni e di non seguire le regole bisogna riflettere e comprendere che non si sta rischiando la propria vita, ma quella di chi ci è più a cuore.

Magari questo l’avrete sentito da tanti con parole differenti, ma credetemi. Al mondo ci saranno persone come me, che non si stancheranno mai di ribadire quanto sia fondamentale seguire le regole. 
Ammetto che restare in casa per molti sarà assolutamente difficoltoso, sopratttutto per chi esce per necessità, per socializzare, sentirsi meno soli, e sentirsi meglio, ma in questo momento a chiunque viene chiesto un sacrifico e tanto più grosso sarà il vostro tanto più valore avrà.
Dobbiamo fare un fronte comune, occorre unirsi e combattere tutti assieme il nemico comune. Ma questa volta non dobbiamo indossare le armi, dobbiamo solo restare a casa e limitare i contatti diretti con le altre persone. 

Nel mio piccolo, cerco di rispettare fedelmente queste regole, perché queste appartengono a quella categoria di regole che non possono essere assolutamente trasgredite. E stando a casa ho trovato il modo per riappropriarmi dei ritmi lenti, quelli che solitamente metto in serbo solo per la domenica. Così facendo ho riacquistato maggior serenità e sonni più tranquilli. Il mio risveglio, che spesso mi fa sentir in preda all’ansia di aver dimenticato o non aver fatto qualcosa, ora sembra esser più sereno. Sono certa che prima o poi tutto tornerà come prima e che devo migliorare nell’arte di somatizzare meno quello che mi capita, ma per ora vi dico che stare a casa non è niente male.

Ho riscoperto anche la bellezza di mettere in pausa lo studio. Non credete che io non abbia fatto grandi programmi, quelli del tipo: in una settimana studierò tutto quello che solitamente studio in un mese, ma non avevo fatto i conti con la concentrazione e l’angoscia che mi perseguita, semplicemente aprendo i social o spulciando le ultime notizie. Ma ho riscoperto la bellezza di dedicare un’intero pomeriggio ad un buon libro. Ho scoperto l’amore per una serie tv, che è capace di farmi sentire meglio, perché capace di trascinarmi nel mondo raffigurato, abbandonando l’Italia al tempo del coronavirus. 

Per ultimo, ma primo per importanza, ho apprezzato la compagnia della mia famiglia e dei miei amici in videochiamata, accorciando le distanze, sentendoci accumunati dallo stesso dovere di restare a casa.

L’augurio più grande che posso fare è quello di superare  al più presto questo difficile periodo, adattandoci alle regole, reprimendo talune abitudini, così radicate in noi stessi. È complesso ma non impossibile, perché siamo esseri umani in grado di adattarci ai cambiamenti. Lo facciamo costantemente, quando c’è un progresso o un regresso. Noi ci adattiamo, anche senza volerlo. 
Così, il mio più grande auspicio è che tutto ciò che stiamo vivendo passi velocemente e che di COVID-19 resti solo un brutto ricordo. Uno che farà sicuramente la storia, la nostra e quella di tutto il mondo. Ma voglio dirvi che a far la storia dobbiamo essere anche noi, italiani, non per i numeri, ma per la grandezza e il buonsenso dei cittadini italiani. 

Restiamo a casa, limitiamo i contatti, rispettiamo le regole anti-contagio. In tutto ciò, vi auguro buon equinozio di primavera.

Con affetto, 
Rosalba 

1 commento:

  1. Ciao cara, devo dire che è sempre un piacere leggere i tuoi articoli e con questo sei arrivata dritta al cuore. Un abbraccio forte :)

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