Buongiorno lettori, eccomi giunta agli ultimi giorni di ferie, dopo aver rimandato e rimandato per tempo la recensione di La città di ottone (eng. The City of Brass) di S.A. Chakraborty, edito da Mondadori il 3 giugno 2020.
RECENSIONE
Credo che non ci sia un limite di tempo per scrivere di un libro che si è adorato, perché quel libro mantiene un posto speciale nel cuore del lettore in ogni tempo. Questo è un po’ quello che mi é capitato con La città di ottone, un libro che, nonostante ho ultimato qualche settimana fa, non dimenticherò per le emozioni che mi ha trasmesso e soprattutto per quel finale, dal quale devo ancora riprendermi. Ma andiamo per gradi.
Come dicevo, La città di ottone è uno di quei libri che non riesco proprio a togliermi dalla mente e per il quale ho nutrito, come nutro tuttora, una certa ossessione. Infatti rientra tra i migliori libri fantasy letti nell'ultimo anno e del quale attendo con ansia il seguito. Ma che dico! Aspetto in trepidante attesa entrambi i successi volumi che completano la trilogia.
Devo premettere necessariamente che sono una fanatica delle storie fantastiche ambientate in oriente, infatti ho amato particolarmente la dilogia de La moglie del califfo di Renée Ahdieh, che trovate recensita QUI e QUI, così come sto amando, in quanto ancora incompleta, la serie de Il dominio del fuoco di Sabaa Tahir, i cui libri, in ordine di pubblicazione, li trovate recensiti QUI, QUI e QUI.
Non nutrivo alcun dubbio che anche questa storia, dai lettori oltre oceano molto amata, sarebbe entrata nel mio cuore e così è accaduto, seppure io abbia incontrato delle difficoltà inizialmente.
Sapete, quello che ci viene raccontato da S.A. Chakraborty non è affatto un mondo semplice, ma richiede particolare attenzione, almeno nella prima metà del romanzo. Si tratta di meglio comprendere chi sono i personaggi di cui si racconta, in particolare Nahri, Dara e Ali. Seppure di loro non conosciamo tutto fin dal primo volume, posso asserire che questo pone una serie di basi imprescindibili per conoscere del tutto i nostri beniamini. Perciò, se fate un po’ di confusione all’inizio tra le tribù di appartenenza dei personaggi credo che sia del tutto normale, ma pian piano prenderete consapevolezza di tutto. Infatti superata questa prima parte, il libro scorre piacevolmente.
Senza voler fare spoiler, cercherò di sintetizzare in punti ciò che più ho adorato del libro:
- credo che ciò che ha reso avvincente questo libro siano i numerosi colpi di scena che si verificano prevalentemente quando i protagonisti giungono presso La città di ottone. Fin dal loro ingresso si respira una certa aria diversa nel libro e fin da subito scorgiamo da vicino il mondo orchestrato dall'autrice, e qui passiamo al secondo punto;
- forse sarà banale ma le premesse di questo mondo fantastico, che emergono nelle pagine di questo primo volume, sono favolose. Le creature che popolano il mondo narrato sono le più varie, alcune già riscontrate in altri romanzi fantasy orientali, altre del tutto a me ignote. Ciascuna di essa ci viene chiarita meglio nel glossario in fondo al romanzo, perciò nulla è lasciato al caso, ma è tutto ben studiato nei minimi dettagli;
- la stile dell’autrice è un altro punto di forza del romanzo. Certo, devo ammettere che non sempre è un pregio sviluppare la narrazione di un romanzo in pochi capitoli ma corposi. Tuttavia, con lo stile di scrittura dell’autrice la narrazione scorre piacevolmente;
- la caratterizzazione dei personaggi è altresì magistrale. Ho adorato come sviluppano e maturano la loro personalità. Attualmente credo che Ali sia il mio preferito, ma nutro tanto affetto nei riguardi anche di Dara e Nahri:
- per finire, la conclusione del romanzo è un cliffhanger. Non ho idea di come la storia si evolverà ma nelle ultime pagine si vengono a sapere tante altre sfaccettature di questo mondo che lo rendono ancora più accattivante ed avvincente agli occhi del lettore.
Segreti, odio, amore, magia, battaglie, dolori e morti. In questo libro c’è un po’ di tutto.
Segreti, odio, amore, magia, battaglie, dolori e morti. In questo libro c’è un po’ di tutto.
Non mancate di leggerlo!
LA CITTÀ' DI OTTONE DI S.A. CHAKRABORTY #1
EGITTO, XVIII SECOLO. Nahri non ha mai creduto davvero nella magia, anche se millanta poteri straordinari, legge il destino scritto nelle mani, sostiene di essere un'abile guaritrice e di saper condurre l'antico rito della zar. Ma è solo una piccola truffatrice di talento: i suoi sono tutti giochetti per spillare soldi ai nobili ottomani, un modo come un altro per sbarcare il lunario in attesa di tempi migliori.
Quando però la sua strada si incrocia accidentalmente con quella di Dara, un misterioso jinn guerriero, la ragazza deve rivedere le sue convinzioni. Costretta a fuggire dal Cairo, insieme a Dara attraversa sabbie calde e spazzate dal vento che pullulano di creature di fuoco, fiumi in cui dormono i mitici marid, rovine di città un tempo maestose e montagne popolate di uccelli rapaci che non sono ciò che sembrano. Oltre tutto ciò si trova Daevabad, la leggendaria città di ottone. Nahri non lo sa ancora, ma il suo destino è indissolubilmente legato a quello di Daevabad, una città in cui, all'interno di mura metalliche intrise di incantesimi, il sangue può essere pericoloso come la più potente magia. Dietro le Porte delle sei tribù di jinn, vecchi risentimenti ribollono in profondità e attendono solo di poter emergere. L'arrivo di Nahri in questo mondo rischia di scatenare una guerra che era stata tenuta a freno per molti secoli.
Bene lettori per oggi è tutto. Cosa pensate del romanzo? Lo leggete? L’avete letto?
Vi aspetto nei commenti.
Baci,
R.
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