domenica 1 novembre 2020

La signora Dalloway di Virginia Woolf | Recensione

Buon pomeriggio lettori, come state?
Perdonate la mia assenza, qui sul blog, ma negli ultimi tempi sto vivendo una fase di transizione davvero notevole della mia vita e perciò sono poco costante e torno quest'oggi per parlarvi dell'ultima lettura affrontata, precisamente La signora Dalloway di Virginia Woolf.
Sento di avere a che fare con una Rosalba diversa, una che forse per certi aspetti devo ancora imparare a conoscere. Perciò, sto facendo chiarezza su ciò che in questo momento sento di avere bisogno e su ciò che voglio affrontare, un po' come anche le letture. 


RECENSIONE

Questa è stata una lettura che inspiegabilmente sentivo il bisogno di affrontare. Non so per quale motivo avvertivo di voler avvinarmi a Virginia Woolf proprio con La signora Dalloway. Ma certe cose, anche se accadono senza un perchè preciso, risultano poi essere le cose più giuste, così avevo in mano il libro che faceva al caso mio. 

Mi sono ritrovata immersa nelle vite dei personaggi, non solo della signora Dalloway, come contrariamente si potrebbe pensare. Il libro non è affatto incentrato su di essa, bensì su coloro che fanno parte della sua vita, come sua figlia, suo marito e il suo amico e amore giovanile Peter Walsh, ma anche su tanti altri personaggi, che fanno parte del suo mondo e non, come Septimus e sua moglie Rezia, incontrati semplicemente quella mattina di giugno mentre andava a comprare i fiori per la sua festa serale.

A rubarmi il cuore sono state le parti dedicate a Septimus, un uomo che non sembra più essere un uomo, bensì solo un guscio chiuso tormentato dalla guerra e dall'istinto suicida. In realtà, Septimus non è quello che dai dottori viene considerato pazzo, bensì un uomo tanto ferito, che non riesce più ad amare o semplicemente a provare emozioni, perchè quelle fanno tanto male, lo fanno star malissimo. Cosi, come sarebbe farla finita per sempre? Metterebbe fine alla sua agonia e strazierebbe il cuore a Rezia.  Eppure quanto dedicato a Septimus mi è parso così inteso e ricco di significato, che forse una sola lettura non è abbastanza per cogliere il vero significato ed occorrerebbe una rilettura. 

Non manco di dire che lo stile di scrittura dell'autrice mi è parsa a tratti molto bella, alla quale non ho fatto alcuna fatica ad approcciarmi, invece, in altri tratti, mi è sembrata troppo evasiva, troppo dispersiva e meno concisa. Comprendo il periodo storico in cui Virginia Woolf scrive e apprezzo molto il suo lavoro attento di ricerca delle parole giuste e di paragoni astratti, ma non posso non ammettere che questo ostacola l'incedere fluido del romanzo, così bisogna prenderne piccole dosi al giorno, per apprezzarlo appieno.

Con La signora Dalloway si mette in mostra la società londinese degli anni venti del novecento, perciò spiccata è la sensibilità dell'autrice al tema delle apparenze della nobiltà, come a quelli della solitudine, della depressione e della ricerca di se stessi, dell'amore e della felicità.
Credo che questo libro sia stato un viaggio nell'animo umano. Grazie ai diversi personaggi, Virginia Woolf mette in mostra le sensazioni, talvolta contrastanti, che l'uomo prova in considerazione della propria età, della propria vita e della propria sensibilità.

Un libro sicuramente non per tutti e non semplice da affrontare, ma molto bello. Leggetelo.

LA SIGNORA DALLOWAY


13 giugno 1923. Clarissa Dalloway, una signora dell'alta borghesia londinese, esce a comprare i fiori per la festa che sta organizzando per la sera. Passeggia per le strade di Londra, sfiora la vita di tanti sconosciuti, ma non ha il fare allegro di chi si prepara a qualcosa di lieto. Il suo incedere è incerto e continuamente ostacolato da pensieri che le affollano la mente, da ricordi che si intrecciano con la nostalgia di ciò che è sfuggito e mai potrà tornare. Desideri, angosce e paure della solitudine, della morte ma anche della vita, si rincorrono in un flusso incessante di parole che aprono ad altre parole.
Con La signora Dalloway, qui proposta in una nuova traduzione, Virginia Woolf ci regala un grande romanzo lirico, capace di rivelare tutta la precarietà degli esseri umani, feriti dalle circostanze, inermi di fronte alle correnti della sofferenza e della gioia.


Bene lettori, per oggi è tutto. Cosa pensate del romanzo? L'avete letto? Lo leggerete?
Scrivetemi nei commenti.
Baci,
Rosalba

Nessun commento:

Posta un commento

TI POSSONO INTERESSARE

Se il post ti è piaciuto, lascia un commento. Risponderò presto!