Buon pomeriggio lettori, eccomi a raccontarvi dell'ultima lettura che ho affrontato: La sciarpa ricamata (eng. A Fall of Marigolds) di Susan Meissner, edito da Tre60 a gennaio 2018.
RECENSIONE
Come si inizia la recensione di un libro come La sciarpa ricamata? Temo di non riuscire a trovare le parole, le parole adatte per parlarvi di La sciarpa ricamata.
Provo a raccontarvi perché mi sono avvicinata al romanzo, ma la ragione è semplice:Susan Meissner mi aveva già conquistato l’anno scorso con Il segreto di Isabel, che ho recensito QUI, e sapevo che con La sciarpa ricamata mi avrebbe donato un’altra storia emozionante e commuovente, con quella di Isabel, che avevo tanto amato.
Così è stato. Susan Meissner mi ha travolto con il suo racconto, portandomi lontano da casa, ci troviamo a Manhattan e a Ellis Island, e lontano dalla mia epoca, siamo nel 1911 con Clara, e poi ci spostiamo nel 2011 con Taryn. Insomma, con La sciarpa ricamata si viaggia nel tempo mediante storie che straziano il cuore, ma che infondono anche tanta speranza.
La capacità strabiliante dell’autrice, che continua a fare colpo su di me, attiene al far immergere il lettore completamente nella storia che sta raccontando. Mi sono sentita effettivamente con Clara. Mi sembrava di esserle davvero accanto, nell’evento più traumatico della sua vita: l’incendio del palazzo presso il quale lavorava e aveva perso la vita l’uomo di cui era innamorata. Avvertivo le sue speranze infrante, il suo cuore in mille pezzi e difficile da ricomporre. Avvertivo la sua sensazione di profondo dolore, che non le si scollava di dosso. Avvertivo le sue paure nel rimettersi in piedi e cadere un’altra volta, le sue rimostranze a tornare ad amare.
Poi ho sentito scoppiare il cuore ancora, un’altra volta, per Taryn, che racconta il crollo delle Torri Gemelle, come un castello di carte con una folata di vento, con la consapevolezza di aver perso una parte di se stessa quel giorno.
Ho pianto per i suoi progetti di vita andati in fumo, per la perdita del suo più grande amore, per la vita che si spegne e quella che viene alla luce. È strabiliante quanto tutto possa andare in mille pezzi in una piccola frazione di secondi.
Il tutto è raccontato con estrema maestria e con una semplice sciarpa a fungere da filo conduttore e legame tra le due storie.
Queste due storie mi hanno fatto davvero male per il carico emozionale che comportano, ma mi hanno fatto davvero bene perché Clara e Taryn, ma con loro anche Lily, dimostrano la potenza dell’amore, la forza delle donne, la caparbietà di affrontare le fragilità con timore e coraggio.
Leggere questo libro non è affatto una passeggiata, ma non dobbiamo dimenticare e i libri tengono vivo il ricordo. Per tutte le vittime e per tutte quelle persone a cui è stata strappata la vita, dobbiamo vivere la nostra coscientemente e pienamente, ricordando che la vita è un tesoro molto caro.
LA SCIARPA RICAMATA DI SUSAN MEISSNER
«Una narratrice straordinaria.»
Publishers Weekly
«Una narrazione evocativa ed emozionante.»
Kirkus Reviews
Ellis Island, settembre 1911. Dopo aver perso l’uomo che amava, Clara ha scelto di prendersi cura degli emigranti che ogni giorno approdano all’isola, in attesa di ottenere il visto d’ingresso negli Stati Uniti. Un giorno, tra le migliaia di persone, un uomo attira la sua attenzione. Ha la febbre, forse è destinato a morire, e non si separa mai da una bellissima sciarpa con un motivo floreale su cui è ricamato un nome: Lily…
Manhattan, settembre 2011. Taryn lavora in un negozio di tessuti nell’Upper West Side. Rimasta vedova, è faticosamente riuscita a trovare un nuovo equilibrio e un po’ di serenità. Ma non riesce a cancellare il ricordo del giorno in cui le Twin Towers sono crollate, seppellendo suo marito. E neppure a cancellare il senso di colpa: lei infatti si è salvata grazie a uno sconosciuto che ora, a distanza di dieci anni, bussa alla sua porta, portando con sé la sciarpa che Taryn aveva quel giorno: una sciarpa antica, con un motivo floreale…
Bene lettori, cosa pensate del romanzo? L'avete letto? Lo leggerete?
Vi aspetto nei commenti.
Baci,
R.
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