Buongiorno lettori, con grande gioia vi parlo di Love story di Erich Segal, edito da Sperling &Kupfer il 6 febbraio. Sono felicissima del fatto che questo romanzo sia stato ristampato, con una copertina bellissima a mio parere. In realtà, come alcuni di voi forse già sapranno, la storia narrata in Love story non è ignota a molti, anzi tanti l’hanno già letta ed hanno già visto il film tratto dal libro. Io, invece, non ero a conoscenza del fatto che questa fosse una ristampa e sono davvero gioiosa per l’occasione di lettura.
É una bellissima storia d’amore per il mese degli innamorati, in quanto a febbraio si celebra la festa di San Valentino.
RECENSIONE
Una volta ho sentito dire da qualcuno che è sciocco pensare che siamo noi, semplici esseri umani, a trovare l’amore. É l’esatto contrario: è l’amore che ci trova. Ed è quanto succede a Jennifer ed Oliver.
Jennifer è una bibliotecaria che non si aspetterebbe mai di trovare tra gli scaffali della biblioteca in cui lavora Oliver, un ragazzo che sprizza da tutti i pori il fatto di essere un ‘figlio di papà’ o un ‘fighettino’,come poi lo appellerà Jenny. Tuttavia quel ragazzo non le é indifferente.
Oliver è alla ricerca di un libro e la giovane bibliotecaria è ostile con lui solo per le sue origini, non lo conosce davvero. Non sa che Oliver è molto più di un titolo e una valanga di soldi, così la invita ad assistere ad una partita di Hockey, in cui lui giocherà per dimostrarle le sue capacità sportive.
Si incontrano, si telefonano, si rivedono e piano piano nasce una dolce storia d’amore, in cui differenze sociali ed economiche hanno rilevanza solo per i loro genitori. Vivono sereni ed assieme fintanto che qualcosa non scombussola la loro vita e apre il libro alla drammaticità, che era ignota al lettore fino a poco prima.
La storia è assolutamente scorrevole e si legge anche in un pomeriggio. Mi é piaciuto il fatto che il loro fosse il classico amore, quello che viene raccontato nelle fiabe. Nasce semplicemente, senza nessuna pretesa ed è reale: si amano per come sono. Non importa a nessuno che lui è un Barret e lei è orfana di madre ed ha un padre che è un comune mortale. Il loro amore nasce e basta. É l’amore a trovarli.
Non vi illudete: non è un libro che finisce con ‘e vissero felici e contenti’. Il finale lascia un po’ l’amaro in bocca perché io non ero preparata a ciò che accade e a come accade. É stato un colpo al cuore. Mi ha commossa. Mi ha strappato il cuore dal petto. Mi ha rattristata. Mi ha quasi fatto impazzire nel trovare una motivazione. Perché il libro finisce così?
Ed è proprio questo impellente bisogno di darmi delle risposte che mi ha portato a domandarmi: perche le cose brutte accadono sempre alle persone buone?
Questo libro mi ricorda Meredith Grey che nella ventesima puntata dell’undicesima stagione di Grey’s anatomy (sono una fan sfegatata, anche voi?) si domanda la stessa identica cosa. Perché succedono davvero le cose brutte alle persone buone? Non possiamo saperlo, ma possiamo solo sperare che quando accada a noi ci faccia meno male.
É stato un libro che mi ha fatto riflettere sulla vita, sull’amore e sulla famiglia. Per quanto mi abbia fatto male e abbia maltrattato il mio cuore, comunque promuovo il libro con alti voti e consiglio la lettura a chi è a corto di romance, il cui happy ending non è garantito.
Bene lettori, per oggi è tutto. Cosa pensate del romanzo? Vi incuriosisce? L’avete letto?
Vi aspetto nei commenti.
Un abbraccio,
Rosalba
non l'ho mai letto ma devo assolutamente recuperarlo!
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